Iniziamo con il Travertino che troppo spesso viene confuso e chiamato impropriamente “marmo”.
Potremmo dire che il travertino è più vicino al calcare della lavatrice che ai bellissimi marmi di Carrara per il suo processo di formazione. Ma andiamo un passo alla volta.
A Roma è tra i materiali più utilizzati in antichità ed anche nei tempi recenti. Il quartiere dell’EUR è un tripudio di travertino e anche in passato era tra i materiali più utilizzati qui a Roma per varie caratteristiche. Il travertino è resistente agli agenti atmosferici, è facile da lavorare molto più di altri tipi di rocce, ma soprattutto ha quel candore che porta a sfruttarlo in più luoghi e circostanze differenti.
La cosa fondamentale, qui a Roma, è soprattutto la vicinanza con i luoghi da dove veniva e viene estratto.
Conosciuto in passato anche come Lapis tiburtunus proprio per la sua provenienza, Tivoli, oltre che intorno al 1930 per la creazione del quartiere dell’EUR, era abbondantemente utilizzato anche in passato.
I monumenti più visitati a Roma dai turisti sono un’esplosione di travertino.
Il capolavoro dell’utilizzo del travertino è sicuramente il COLOSSEO. Pensate che per il trasporto dei blocchi di travertino provenienti dalle cave nell’attuale Bagni di Tivoli venne addirittura costruita appositamente una strada. Ma anche l’esterno del Teatro di Marcello o la cornice del Pantheon.

Quando vi trovate in alcuni punti particolari di Piazza San Pietro, vi sarete sicuramente divertiti a sperimentare la visione delle colonne che spariscono per un effetto prospettico. Anche quelle imponenti colonne indovinate di cosa sono fatte? Di travertino logicamente. E potrei andare avanti così nell’analisi di molti monumenti in giro per la città eterna.

La differenza sostanziale tra marmo e travertino la potrete notare in un monumento che li mette vicini l’uno all’altro, la bellissima FONTANA DI TREVI. La facciata e la scogliera della fontana sono state realizzate in travertino, mentre le statue sono in marmo di Carrara. La differenza la potrete notare soprattutto prima delle manutenzioni della fontana con una diversa azione degli agenti atmosferici sui due diversi tipi di rocce. Quella tipica patina rossastra che si vede col tempo sulla scogliera, dimostra l’effetto degli agenti atmosferici su una roccia con una predominanza calcarea nella sua composizione.
Ma non potrei tralasciare il riferimento ad una zona di Roma che porta proprio il nome di ARCO DI TRAVERTINO per quello che resta dell’acquedotto di Claudio realizzato indovinate un po’? Eh si proprio di Travertino spesso alternato a blocchi di Tufo rosso peperino di cui vi parlerò in futuro.
COME RICONOSCERLO?
Distinguerlo da altre rocce è molto facile. Per riconoscere una roccia non soffermatevi solo sul colore, a volte alcune rocce simili hanno natura e origine completamente differente.

La caratteristica fondamentale del travertino la vedete in questo particolare, ha una struttura porosa e la sua superficie è caratterizzata, permettetemi il termine, da tanti piccoli fori alla vista, che scopriremo essere spazi vuoti tra le concrezioni calcaree che la compongono.

Proprio questa caratteristica la rende una roccia relativamente “morbida” da lavorare e sicuramente più leggera di altri tipi di rocce. Essendo una struttura che, come vedremo a breve, si forma per incrostazioni su qualcosa di preesistente (vegetale o di altra natura) non vi aspettate che abbia un aspetto uniforme ma ogni pezzo di travertino ha caratteristiche sue specifiche.
Travertini li trovate di tutti i colori anche gialli, beige con venature marroni, ma li scopriremo mano a mano in queste pagine girando per il mondo.
COME SI FORMA?
Ora ti spiego perché per la formazione del travertino è molto simile a quella del calcare della lavatrice.
Stiamo parlando di una roccia sedimentaria di origine chimica. La sua origine è molto semplice, per precipitazione, ovvero i minerali presenti nell’acqua si depositano mano a mano che l’acqua evapora.
Questo può avvenire in zone ricche di calcare quando le acque sotterranee ricche in carbonato di calcio affiorano per qualche motivo in superficie e mano a mano che l’acqua evapora lascia questi straordinari strati di travertino
Uno degli ambienti migliori per la formazione del travertino è vicino alle sorgenti termali. Qui l’acqua calda mentre si raffredda a contatto con l’ambiente circostante arrivando in superficie, evapora e lascia depositare il carbonato di calcio a formare gli strati di travertino che nel tempo possono accumularsi in quantità ingenti dandoci dei bellissimi affioramenti.
Proprio per questo sul travertino si possono avere stratificazioni più o meno evidenti sono i diversi strati successivi.
Ma anche vicino ad una cascata con acque ricche di carbonato di calcio le gocce possono depositarsi su rami e rocce circostanti e lasciare all’evaporazione dell’acqua delle bellissime concrezioni di calcare.
Insomma c’è una varietà sconfinati di modi che portano alla formazione dei diversi tipi di travertini.
I loro svariati colori dipendono anche dagli altri carbonati che precipitano oltre al carbonato di calcio. Possono infatti precipitare anche carbonati di magnesio e di manganese o idrossidi di ferro che daranno diverse colorazioni e varietà di travertini che incontreremo nelle nostre avventura.
Logicamente vicino ad una cascata o dentro la lavatrice di calcare non se ne deposita cosi tanto da giustificare un giacimento, ma per strutture molto grandi che vengono incrostate e per un flusso d’acqua molto grande come vicino alle risalite termali c’è tutto lo spazio per grandi distese di travertino.
Le piante sono fondamentali sia nel processo di formazione, sottraendo anidride carbonica alle acque, che nella strutturazione interna dei travertini.
Infatti la struttura a cavità tipica del travertino è dovuta a vuoti, cavità e incisioni spesso anche molto grandi che sono dovuti la maggior parte delle volte a deterioramento di materiali organici (rami, foglie, tronchi) intorno o sopra ai quali si depositava il calcare che ha dato origine a questa roccia. Non di rado si riconoscono anche le forme in queste cavità.
Per avere un’idea della differenza tra marmo e travertino guardate questa targa di marmo su parete di travertino del Museo della civiltà Romana. La differenza è evidentissima.

Grazie per questo articolo davvero suggestivo e interessante che permette di riflettere sulla natura dei materiali, sul loro uso e valenza socio-culturale attraverso i secoli.
Grazie di cuore