In questi giorni di lutto per Papa Francesco, oltre a parlare di riti e conclave, si è sentito molto parlare della richiesta di sepoltura nella Basilica di Santa Maria Maggiore, nella navata di sinistra vicino alla Cappella Paolina.
A questa Cappella, o meglio, alle pietre utilizzate per abbellire questo luogo tanto caro a papa Francesco, dedicherò un post specifico. Ci sono delle unicità, come quella parete interamente di Lapislazzuli che fa da sfondo all’icona della Salus popoli romani (icona tanto cara a Francesco), o quelle bellissime colonne di diaspro di Barga.

Santa Maria Maggiore é un luogo che è stato scelto da diversi papi come luogo di sepoltura e ancora oggi se ne vedono straordinari monumenti funebri. Sono ben 8 papi sepolti con papa Francesco nelle cappelle e nelle navate di Santa Maria Maggiore.
La cosa che colpisce immediatamente guardando le grandi statue di questi antichi papi sono quelle bellissime colonne di un colore dal verde smeraldo al verde chiaro con anche alcuni frammenti biancastri.
Ormai lo avete capito, quando vedete dei frammenti di varia forma, di cui si riconoscono evidentemente i contorni stiamo parlando di una roccia che potremmo definire breccia, ovvero formata da frammenti di altre rocce preesistenti. Quindi ancora una volta una roccia sedimentaria.
Qui però la situazione e l’origine, nonché il processo di formazione è molto più complesso.
Se non lo possiamo definire un marmo a tutti gli effetti, al suo interno ci sono frammenti di marmo derivati dalla trasformazione per metamorfismo di antichi carbonati del fondale marino ma anche frammenti di ofiolite che sono parti di crosta oceanica e del mantello sottostante che sono state sollevate e si sono sovrapposte alla crosta continentale. Queste ofioliti sono il frutto della trasformazione e quindi di quel processo che chiamiamo metamorfismo avvenuto sui basalti che formano il fondale oceanico.
Per chi ha un ricordo lontano e non ha dimestichezza con questioni riguardante la geologia e il pianeta Terra, dovete pensare che noi camminiamo quotidianamente su quella che chiamiamo crosta terrestre che è di due tipi:
- la crosta continentale che potremmo assimilare a tutte le terre emerse, compresa parte della scarpata oceanica dove troviamo tutte le rocce di cui parliamo in questi nostri post. Rocce sedimentarie, vulcaniche e metamorfiche caratterizzano questa crosta che ha una densità minore di quella oceanica
- la crosta oceanica che ha una densità maggiore ed è formata principalmente da basalti, che impareremo a conoscere presto, derivati spesso dalle peridotiti che sono le rocce tipiche del mantello superiore su cui appoggiano queste croste.
Quando vedete qualcosa di verde nelle rocce (non sempre ma in generale si) c’è sempre qualcosa che arriva da grandi profondità, ovvero dal mantello superiore.
Possiamo quindi dire che quello che viene chiamato Verde Antico è una breccia oficalcitica (non vi fate spaventare dai nomi) ovvero una roccia dove la risedimentazione e la metamorfosi di frammenti preesistenti si fanno ben notare.
Siamo in presenza di una roccia metamorfica tenuta insieme da una trama di calcite in cui si riconoscono frammenti di varia origine, ma soprattutto dove è evidente il processo della serpentinizzazione, che ci regala quel bel colore verde, ovvero un processo che aggiunge acqua alla struttura cristallina di rocce particolari (povere in silice) tramite particolari processi di ossidazione e idrolisi a bassa pressione e bassa temperatura.
In sostanza queste rocce ci parlano di processi avvenuti in profondità milioni di anni fa e che hanno rimaneggiato e trasformato rocce profonde.
Come la riconosco?

E’ evidente il riconoscimento dei vari clasti da quello bianchi di marmo costituiti in prevalenza da calcite. A quelli verde scuro che sono ofioliti costituiti prevalentemente da serpentino. Il tutto immerso in un cemento di calcite molto fine misto a serpentino e clorite.
Viene conosciuto anche come Marmo verde antico di Tessaglia per le regioni dove veniva estratto. Durante l’impero di Adriano nel II sec d.C. venne introdotto e poi utilizzato fino al V secolo d.C. in molti contesti. Poi si preferì utilizzare molto di più il Porfido rosso antico che conosceremo più in la.
Grazie per il lavoro di ricerca e soprattutto per le chiarissime ed interessanti spiegazioni. Da ciascuno dei tuoi articoli ho imparato qualcosa di bello. Lavoro come guida turistica a Roma e sicuramente utilizzerò molte delle tue curiosità quando incontrerò qualche turista curioso sul mondo dei marmi (e per fortuna c’è sono parecchi!).
Complimenti anche per la scelta dell’abbinamento con i luoghi dove poter vedere questi „non marmi“. Luoghi significativi in questo anno di Giubileo ed ora anche in questo momento storico in cui Papa Francesco è appena morto e questa Cappella si comincerà ad essere visitata molto di più.
Al prossimo articolo!
Grazie a te Katia. Sono felice che stai apprezzando questo viaggio alla scoperta del pianeta Terra attraverso la storia delle rocce utilizzate per abbellire le nostre città nel corso della storia. Sto preparando altre puntate anche rispondendo alle curiosità e richieste di tante tue colleghe e colleghi che mi stanno arrivando. Buona avventura